Antonio Conte: “Dalbert sta migliorando”

Antonio Conte: “Dalbert sta migliorando”

20 Agosto 2019

Li chiamano ”quinti” perché fa tanto Centro Tecnico di Coverciano o Lele Adani-Sky. Intendiamo gli esterni di centrocampo in un 3-5-2. Questo breve spazio è dedicato a loro con sincera ammirazione e tanta solidarietà per la loro fatica.
Un sentimento nato osservando la bella estate dell’interista Dalbert, che aveva alle spalle 24 partite senza gol in due campionati e in tasca più fischi che minuti. Vagava con l’umore nero di Calimero a Carosello. Poi, quasi subito, Antonio Conte ha sentenziato: “Perisic non può fare il lavoro che gli chiedo” (cioè coprire tutta la fascia) e il buon Dalbert si è messo a correre da una bandierina all’altra per dimostrarsi degno del ruolo, anche quando l’umidità cinese gli strozzava la gola, meritandosi sempre più fiducia dal mister e sempre più futuro: ”Dalbert sta crescendo”.
Anche perché al mercato puoi comprare facilmente quarti di pollo, ma è difficile trovare buoni quinti di fascia. È come rintracciare i pezzi di ricambio di una Prinz. Chi li usa ancora all’estero? Mestiere d’altri tempi, come gli spazzacamini. I quinti a tutta fascia sono creature mitologiche, tipo i centauri, metà terzini e metà ali. Devono avere la resistenza, i polmoni e il tackle ruvido dei difensori, ma anche la velocità, la tecnica e il piede buono di un attaccante. I quinti sono decatleti in una squadra di specialisti.
Domenica scorsa a Londra, Dalbert ha salvato in angolo in scivolata su un attacco degli Spur e un minuto dopo era dall’altra parte a chiudere di testa sul secondo palo un cross di Candreva. Anche Candreva ha sgobbato come un mulo. I quinti fanno tanto lavoro sporco. “Er Monnezza”, Tomas Milian, nel film “Uno contro l’altro, praticamente amici” di Corbucci, si chiamava Quinto Cecioni. I quinti danno equibrio alla squadra. Devono correre, ma anche saper frenare. Fabio Massimo il “Temporeggiatore” si chiamava Quinto.
I quinti sono legionari nel deserto. Se guardano avanti o si voltano indietro, vedono solo sabbia e tocca a loro ricoprirla tutta. Ma sono rimasti in pochi. Perfino Mazzarri, che ha passato la vita a ripartire trascinato da cavalloni di fascia (terzini), ora ha svoltato con esterni offensivi (3-4-3). Ora De Silvestri alza lo sguardo tra le dune e vede con soddisfazione Iago Falque davanti a sé: un po’ di deserto di fascia lo ricoprirà lui.
A parte l’Inter, dove sono rimasti gli eroici quinti a tutta fascia, le sentinelle di 100-110 metri di campo? Alla Lazio, dove Lulic ormai ha corso la distanza tra la terra e Marte e dove è appena sbarcato “Duracell” Lazzari; al Genoa, alla Spal, all’Udinese. D’Alessandro, Di Francesco, Romulo, Barreca, Ter Avest, Striger-Larsen…
Buon campionato ai quinti e onore alla fatica che faranno. I mediani ormai sono in carriera: li chiamano interni, impostano, attaccano l’area, segnano. È alla vita dei quinti che Ligabue dovrebbe dedicare una canzone: “Sempre lì / sulla fascia / fin che ce n’hai / fin che ce n’hai / stai lì”.

#LuigiGarlando

Via | Sportweek

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