Accontentatevi, ricordatevi di Milinkovic-Savic…

Accontentatevi, ricordatevi di Milinkovic-Savic…

13 Aprile 2019

Sergej Milinkovic-Savic non è solo un bravo calciatore della Lazio, è diventato anche un modo di dire, un ammonimento. “Ricordati di Milinkovic-Savic…”. Significa: “Sappi accontentarti. Non tirare troppo la corda. Riconosci il momento giusto per fermarti”.
Nella primavera scorsa, in coda al campionato della consacrazione, con 12 gol e tante magie, l’allora 23enne attaccante serbo piaceva a tutti. La Juve sembrava disposta a spendere 100 milioni che a Claudio Lotito sembravano pochi. Il presidente della Lazio, pur conoscendo i classici latini e quindi anche la satira di Orazio sull’incontentabilità umana, snobbò le ricche offerte e preferì puntare sulla vetrina del Mondiale di Russia per far lievitare ulteriormente il prezzo.
La Serbia fu eliminata al primo turno, Milinkovic non brillò, la Juve sterzò su Cristiano Rinaldo e l’attaccante della Lazio finì nel mirino del Milan che lo trattò a cifre più contenute. Sembrava che l’affare andasse in porto, tutti giuravano che sarebbe stato il botto dell’ultimo giorno di mercato. Invece nulla. Se ne è riparlato a gennaio. Ancora nulla. E intanto la valutazione dell’attaccante, protagonista di una stagione deludente, contestato anche dai tifosi, si è progressivamente sgonfiata.
Come dicono in Borsa? “Vendi, realizza e pentiti”. Cioè, ricava un utile, anche a rischio di pentirti per l’aumento del valore di ciò che hai venduto.
Ma non è mai facile riconoscere il punto esatto dove frenare le nostre aspettative, un centimetro prima che diventino esagerate e dannose. Nello sport e nella vita.
Ci vorrebbe una vocina che ci avvertisse sulla soglia del pericolo: “Ricordati Milinkovic-Savic”.
E invece il quarterback riconosce la linea di passaggio, ma tarda e arretra in attesa di uno scarico che gli garantisca più yard, finché gli avversari lo braccano e muore con l’ovale in pugno. Il giocatore di blackjack chiede una carta in più ed è quella che lo fa sballare. La tua compagna di classe al liceo è carina, non di più, ma ti guarda sbattendo gli occhioni, forse meriterebbe un invito. La perdi di vista, la ritrovi all’università dove è stata appena eletta Miss Matricola. E’ cambiata parecchio, non in peggio.
“Ehi, chi si rivede… Sono io… Non ti ricordi?” Andata. Ciao.
Colloquio di lavoro. Il posto è buono, lo stipendio pure. Però pretendi i buoni pasto, un tot di biglietti ferroviari per tornare a casa e il telefonino. “E nell’azienda precedente mi pagavano anche giornali, bollo e assicurazione dell’auto”.
“Le faremo sapere”. Andato. Ciao.
Stasera Sergej Milinkovic-Savic tornerà in campo a San Siro, dove il 31 marzo scorso stese l’Inter con un gol di testa. I tifosi del Milan, che lo avevano sognato in estate, sospetteranno che con lui forse non avrebbero perso due derby.
Claudio Lotito invece soffrirà al pensiero che il suo giocatore un anno fa valeva 100-150 milioni e oggi meno della metà.
Avesse dato ascolto a Orazio…

Via | Sportweek

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