Aristotele vede la nuova maglia della Juve  e gli prende un accidente

Aristotele vede la nuova maglia della Juve e gli prende un accidente

4 Maggio 2019

Juve e Milan hanno preso direzioni opposte per la maglia della prossima stagione.

La Signora è andata avanti, il Diavolo è tornato indietro. Scelte curiosamente in contropiede rispetto alle città, perché Torino è sempre stata fieramente rispettosa della propria tradizione, frenata spesso dalla vocazione burocratica-industriale; mentre Milano, più commerciale, più legata a settori volubili come moda e giornali, è storicamente più votata all’innovazione e infatti si è appena rifatta i lineamenti con i poderosi grattacieli di vetro.
E invece il Milan ha recuperato le linee strette e il girocollo delle divise storiche, mentre la Juve ha spiazzato rinunciando alle strisce e presentando una casacca a due colori, separate da una imprevedibile strisciolina rossa. Dopo l’Allianz Stadium e il logo stilizzato, un nuovo, coraggioso balzo nel futuro.
Troppo coraggioso? Troppo invadente la logica del marketing? Oppure giusto così perché il progresso esige cambiamenti?
In fondo, anche la maglia azzurra e gialla non aveva le strisce, ma nel ’96 procurò una Champions League e nei ricordi resta splendida. Se alla nuova maglia dovesse capitare la stessa sorte, probabilmente agli occhi di Stefano Tacconi non sembrerà più una casacca “da Palio di Siena”.
Popolo spaccato, pareri discordi. Il più lucido ci pare quello di Aristotele, filosofo greco nato a Stagira nel 384 a.C., che nella sua Metafisica descrive l’essere come insieme di sostanza e accidente. Sostanza è ciò che caratterizza l’essere nella sua intimità, è la sua identità, intoccabile e immutabile. L’accidente invece è la caratteristica accessoria, che può esserci o non esserci. “Socrate sta in piedi è accidente”, spiega Aristotele, perché resta Socrate anche da seduto. “Socrate è un essere vivente” invece è sostanza.
Le strisce bianche e nere sono accidente o sostanza? Questo è il punto.
Anche se la Juve è nata in rosa, la sensazione comune è che, dopo oltre un secolo di storia, le righe facciano parte dell’identità del club, della sua essenza intoccabile, non meno del suo nome.
Così come lo sono per le zebre che solo Ivan Cattaneo vedeva a pois. Grazie a quelle strisce bianche e nere, spiegano gli zoologi, le zebre, in branco, riescono a mimetizzarsi e a confondere i predatori della savana che hanno vista limitata. Fossero metà bianche e metà bianca, come la prossima maglia della Juve, avrebbero molti più problemi a invecchiare.
Le striature bianche e nere fanno parte della sostanza della zebra, tanto che ne condizionano la sopravvivenza.
La sensazione forte è che Aristotele avrebbe pensato lo stesso delle righe juventine. Avrebbe accettato di modificarne la dimensione, il disegno, ma non l’essenza.
Le strisce bianconere sono “Socrate uomo”, non “Socrate in piedi”.
Come hanno pensato infatti tanti juventini, che alla vista della maglia nuova, quasi gli è preso un accidente. Ma non in senso aristotelico.

#LuigiGarlando

Via | Sportweek

aristotele
juventus
maglia
milan

0

commento

Lascia un commento


Per offrirti il miglior servizio possibile questo sito utilizza cookies. Continuando la navigazione nel sito acconsenti al loro impiego.