Striscione ultrà Parma per Buffon: “Traditore togliti il nostro numero”

Striscione ultrà Parma per Buffon: “Traditore togliti il nostro numero”

2 Settembre 2019

Sette sono i vizi, sette sono le virtù.
Anche nel calcio il numero 7 può essere una cosa o il suo contrario. Può segnalare la gloria o l’umiliazione. Che cifra porta sulla schiena Cristiano Ronaldo, il più forte calciatore del mondo, quello dei cinque Palloni d’oro? Il 7. Che numero hanno assegnato a Mauro Icardi, dopo avergli tolto la fascia di capitano e il posto in squadra? Il 7.
In realtà pare che sia stato lui e chiederlo perché è il numero che vestiva nella nazionale argentina. Non importa. Il 7 abbinato a Icardi nella lista ufficiale dell’Inter è comunque il marchio di uno sfregio, perchè un centravanti nasce con il 9 stampato sulla pelle, non c’è altra sigla che possa rappresentarlo. Il 9 è un’investitura, una corona, un titolo nobiliare, è il riconoscimento di un privilegio unico: fare i gol, dare un senso a tutta la squadra, stare al centro del gioco.
Il 7, al contrario, ti chiede di defilarti, si spostarti ai margini del campo e di lavorare per gli altri. E in effetti Mauro Icardi è finito sempre più ai margini dell’Inter, sempre più laterale rispetto alle scelte dei suoi allenatori. Togliergli il 9 e passarlo a Lukaku è stato come strappargli i gradi dall’uniforme. Come a suo tempo successe a Gianni Rivera, il Golden boy del Milan, il numero 10 più 10 della storia del calcio italiano, anche lui degradato a numero 7 da Pippo Marchioro, il profeta di Affori.
Anche Gigi Buffon, il numero 1 più 1 della storia del calcio italiano, quest’anno ha dovuto togliersi la cifra della sua identità sportiva. Tornato alla Juventus, ha trovato la maglia di portiere titolare già occupata da Wojciech Szczesny e, guarda caso, ha ripiegato anche lui sul 7. Non uno, due: il 77.
Lo ha scelto perché lo indossava da ragazzo al Parma e alludeva alla data di fondazione di un gruppo di tifosi organizzati. Domenica scorsa al Tardini, un brutto striscione ha rinfacciato a Buffon la scelta: “Traditore senza onore, togli il nostro numero dal tuo nome”.
Il 7 è il numero dei calcatori degradati, ma anche la targa di calciatori sfrecciati nella leggenda o, per lo meno, nella storia: Garrincha, George Best, Gigi Meroni, Kevin Keagan, Eric Cantona, David Beckham, Figo…
Li hanno chiamati poeti, artisti della fantasia, gioia di popolo, farfalla… Indimenticabili.
Il 7 è tutto e il contrario di tutto.
Settimo è il giorno in cui Dio si riposò dopo la Creazione, ma sette sono anche i sigilli dell’Apocalisse. L’inizio e la fine.
Sette sono i nani di Biancaneve, ma sette sono anche i Giganti degli Urali. Tutto e il contrario di tutto.
Questa sera all’Allianz Stadium di Torino due numeri 7 animeranno la partitissima tra Juve e Napoli: il sommo Cristiano Ronaldo e il preziosissimo José Maria Callejon, uno degli uomini più in forma di Ancelotti, gol e assist una settimana fa a Firenze. Gente da 7 in pagella, minimo.
Ne vedremo di tutti i colori. Perché sette sono le tinte dell’arcobaleno.

#LuigiGarlando

Via | Sportweek

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cr7

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